Ma chi l'ha detto che i finlandesi usano in modo massiccio il chewing-gum allo xilitolo? E l'antico vaso che deve essere salvato da anni? E il detersivo marsiglia che puzza come il peggior sapone di quando ero piccolo? E lo scoiattolo che emette sbuffi d'aria gelida da orifizi indecorosi? E le automobili che volano attaccate a palloncini? E la bambina il cui papà lavora nel mulino bianco?
Certo che la fantasia dei pubblicitari è davvero incredibile. A volte ai limiti
del buon gusto, spesso provocatoria, quasi sempre spudorata e menzognera, ma
che fa? Tanto la gente accetta tutto, e non di rado se ne fa condizionare. La
pubblicità crea bisogni che non ci sono, costruendo un consumatore a sua
immagine e somiglianza. E spesso vede più lontano.
Mi
ricordo che qualche anno fa, nel vedere gli spot della Telecom con Massimo
Lopez nella veste di condannato a morte che aveva diritto a un ultimo desiderio
e sceglieva di parlare al telefono con qualcuno, prolungando la telefonata
all'inverosimile, mi domandavo che senso avesse incentivare la conversazione
telefonica. Concepivo ancora il telefono come uno strumento di comunicazione, e
non di conversazione.
Che
ingenuo che ero! La situazione di oggi è sotto gli occhi di tutti, e dunque
aveva ragione Telecom, che ci aveva visto lungo.
Io
invece ci vedo corto, e provo ancora nostalgia per i semplici spot di una
volta: Omo lava più bianco, Ava come lava eccetera.
Mi
sorprendo anche a vedere con piacere quella che forse è la pubblicità più
vecchia ancora trasmessa in TV: la scenetta del ciclista che attraversa la
città con un enorme pennello, e un vigile lo ferma e gli chiede che cosa stia
combinando. Il ciclista risponde: "Devo dipingere una parete grande, ci
vuole un pennello grande". E il vigile: "Non ci vuole un pennello
grande, ma un grande pennello. Cinghiale!"
Be', sarà stupida, ma mi fa ancora ridere. E' abbastanza naif da poter reggere
anche a distanza di anni.
Però la raccomandazione rimane: quando comprate un prodotto, ricordate che
pagate anche l'eventuale pubblicità. Poi non lamentatevi che non arrivate a
fine mese (altro tormentone che rispunta fuori ogni settembre, che palle!).
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