Direi che è giunta l'ora di esprimere qualche impressione su Lorenzo detto Lolo, che promette di emulare il suo illustre omonimo detto il Magnifico.
Perché quanto a personalità non
sembra avere problemi. Ha superato in modo brillante il gap socio-culturale,
climatico e alimentare che lo separava dall'Italia, dimostrando uno spirito di
adattamento che mi ha stupito.
E' vivace e curioso come lo sono
tutti i bambini della sua età, ma in un modo tutto suo: a volte molto
partecipe, a volte distaccato, come se elaborasse un suo personalissimo piano
di apprendimento le cui regole sono note solo a lui. La mia opinione è che sia
un soggetto fondamentalmente attivo (dal punto di vista mentale), portato
all'indipendenza, e dunque più propenso a scegliere che a farsi scegliere (un
po' come i gatti).
Certo, è ancora piccolo per
esprimere giudizi definitivi, ma le premesse sembrano indicare una personalità
viva e autonoma. Lo dimostra anche il fatto che, almeno apparentemente, non
abbia risentito troppo dell'assenza del padre, che non vede ormai da oltre
venti giorni. Oppure, se ne ha risentito, lo nasconde molto bene.
Credo anche che mi abbia
accettato come nonno, ruolo che in effetti mi spetta di diritto, ma che
comunque dovevo guadagnarmi con lui. In fondo per Lolo ero poco più che un
estraneo, avendolo visto e frequentato per una decina di giorni quando era
ancora molto piccolo. E invece c'è già fra noi una forma di confidenza che mi
piace, e certe volte mi commuove.
Avendo alle spalle una famiglia multietnica (peraltro impeccabile sotto tutti i
punti di vista) avrà nella vita stimoli di certo maggiori rispetto ad altri
bambini, e dunque impegni maggiori (il bilinguismo in primis), ma sono sicuro
che se la caverà alla grande.
Un'ultima cosa: sono orgoglioso
di annunciare che la sua prima parola pronunciata (o almeno così ci è parso di
capire) è stata: miao-miao. Non mamma, non papà, bensì miao-miao. Potenza dei
gatti!