E così ci siamo. Come ho scritto nel mio primo post, fra pochi giorni diventerò ufficialmente suocero di una nuora taiwanese, la dolcissima Rose, che a vederla sembra dover volare via alla brezza più leggera, ma è invece "salda come roccia che non cede all'infuriar dei venti" (citazione letteraria approssimativa). Così come i suoi connazionali, gente senza fronzoli che si rimbocca le maniche e lavora sempre. Orario di lavoro? E' roba che si mangia? Sindacati? Chi li conosce? Ferie? Mai sentite nominare. O giù di lì. Altra gente, altro mondo.
Nel
quale si è catapultato con entusiasmo Francesco, mio figlio, che ormai ha
rinunciato per sempre alla sua bella Italia e si comporta come un taiwanese
doc. Tutto questo per dire che, naturalmente, ci sarò anch'io. Parto giovedì
per quella piccola fetta di Cina, dove arriverò dopo circa 17 (diconsi 17) ore
di volo, senza fumare, senza dormire, senza vedere un cacchio dal finestrino.
Ma tant'è, per un figlio si fa questo ed altro.